Viniyoga: lo yoga è per tutti
Cercando informazioni per il web è possibile incappare in alcuni siti che tentano di gettare discredito sul metodo del vinyasa sostenendo che questo stile insegnato da Sri Krishnamacharya sia una versione "difficile", "veloce" o "aerobica" dello yoga, adatta solo ai giovani o ai praticanti di livello avanzato. Questa concezione rivela una conoscenza superficiale di questa antica scuola, giacchè i detrattori ignorano quanto fosse rilevante per Krishnamacharya il concetto di viniyoga e l'importanza che esso rivestiva nella sua metodologia didattica e nel suo stile di yoga, che insegnava a persone di tutte le età.
Viniyoga non è un concetto nuovo ma fu introdotto da Patanjali stesso negli Yoga Sutra (III-6): tasya bhumishu viniyogah, "Lo yoga deve essere praticato in funzione del livello dell'allievo".
In senso pratico, viniyoga è traducibile come "pratica appropriata in funzione della situazione o delle condizioni", vale a dire "partire da dove si è". Poichè ogni persona è differente e in continua evoluzione, non ci può essere una pratica standard che vada applicata a tutti indiscriminatamente. I praticanti di yoga hanno tutti un corpo differente e non necessariamente iniziano dallo stesso livello, pertanto è necessario prendere in considerazione la situazione del momento. Viniyoga non è quindi uno stile di yoga ma piuttosto un metodo che utilizza lo yoga come strumento. Infatti, Patanjali e altri grandi maestri, avendo riconosciuto la rilevanza delle differenze tra un individuo ed un altro o persino le differenze che caratterizzano uno stesso individuo in diversi momenti della sua vita, hanno proposto numerosi strumenti lasciando che fosse l'insegnante a metterli in pratica, adattandoli al contesto e alle condizioni. L'insegnante propone la pratica corretta di yoga solo dopo aver preso attentamente in considerazione le esigenze e le possibilità dell'allievo.
Le ragioni che inducono le persone a praticare yoga sono
svariate. Mentre l'atleta può usare lo yoga come
preparazione o complemento allo sport, la donna incinta può utilizzarlo
per facilitare il parto; il bambino può trarne giovamento
per diventare più concentrato e meno agitato, mentre la
persona anziana può beneficiarne a livello di movimento ed
energia. Lo yoga dà qualcosa ad ognuno e quello che ognuno
riceve è differente. Poichè lo scopo è differente, non
possiamo adottare lo stesso approccio per ognuno. Gli
strumenti giusti devono essere scelti e praticati in
funzione dell'obiettivo di ciascun individuo. Anche se le
persone condividono lo stesso interesse per lo yoga, non si
può proporre la stessa pratica a tutti perchè il punto di partenza
di ognuno è differente. Ad esempio, mentre una
donna sta vivendo la sua prima gravidanza, un'altra potrebbe
essere alla sua terza esperienza, con una situazione e delle
condizioni completamente diverse. Inoltre, possono esserci
delle differenze di età, del posto dove vivono, di
diversa quantità di tempo che dedicano alla pratica ed altri
fattori che le rendono uniche. Non si tratta di una maratona
dove tutti partono dallo stesso punto e il primo che vi
arriva è il migliore: il punto di inizio non è lo stesso nè
tantomeno il punto di arrivo. Per questo ogni situazione
personale deve essere rispettata e l'insegnante deve
scegliere e insegnare la pratica di yoga più adatta.
Un altro verso frequentemente citato da Krishnamacharya,
estratto dallo Yoga Rahasya di Nathamuni (importante
maestro di yoga del IX secolo), conferma e riassume il senso
di quanto appena detto:
sthulah krshastatha sushkah vakra panguh shariritah
atastesham na sarvani vihitanyasanani vai
"A causa delle differenze della struttura del corpo,
ciascuno strumento dello yoga non è rivolto a tutti. Perchè
in realtà c'è chi è robusto, chi è magro, chi curvo e chi
zoppo."
Nathamuni suggerisce delle pratiche speciali per i bambini,
per i padri di famiglia, per i pensionati, per le donne
incinte. Un principio che va salvaguardato è che lo
yoga deve promuovere la salute e non causare la malattia, e
una pratica di yoga non adatta può essere pericolosa. Questo
perchè i mezzi utilizzati dallo yoga lavorano in modo molto
sottile ma comunque potente, quindi bisogna praticarli con
cautela. L'idea è di praticare yoga per promuovere salute e
benessere in noi.
Per poter utilizzare i mezzi dello yoga in modo corretto
abbiamo bisogno di comprendere almeno due cose: 1) Perchè
abbiamo deciso di fare yoga e 2) Quali sono le nostre
possibilità e nostre capacità.
1)
Perchè abbiamo deciso di praticare lo yoga? Forse perchè
vogliamo stare in forma e in salute, per correggere
l'allineamento del corpo, per prepararci a praticare uno
sport, per creare le condizioni per vivere una gravidanza
senza problemi, per essere più concentrati negli studi, per
aiutare un processo di guarigione, per progredire a livello
spirituale o per moltissime altre ragioni. Una volta
chiarito ciò, sarà più facile scegliere i mezzi dello yoga
più adatti a ciascuno. Ciò che occorre a chi desidera
prepararsi a praticare uno sport sarà molto differente da
ciò che può aiutare ad intraprendere un cammino spirituale;
è chiaro che questi obiettivi, nel tempo, possono
cambiare. Per esempio, la gravidanza durerà solo nove mesi e
dopo si potrà decidere di smettere la pratica di yoga perchè
ha svolto la sua funzione, oppure si può pensare di
continuare con un fine diverso, come quello di mantenersi in
buona salute visto che si è diventate mamme. Con l'età si
può desiderare di iniziare un percorso più specificatamente
spirituale e, quindi, rivedere la propria pratica di yoga,
ecc.
2)
Quali sono le nostre possibilità, le nostre capacità? Prima
di iniziare una pratica è molto importante fare una
valutazione dei nostri limiti e dei nostri punti di forza.
Questa valutazione deve prendere in considerazione numerosi
parametri che riguardano il nostro corpo, il nostro respiro,
la nostra mente.
Due dei più importanti mezzi utilizzati dallo yoga sono
asana (posizioni yoga) e pranayama (regolazione
del respiro). Le tecniche che utilizzano questi due mezzi
sono numerose e ognuna di queste è stata ben descritta dagli
antichi saggi. Queste tecniche occupano un posto di rilievo
nella pratica yoga. Come aiutare comunque a progredire
qualcuno che non riesce a fare le posizioni (asana) in modo
perfetto? E qualcuno che le fa correttamente?
È qui che la pratica di asana e pranayama diventa interessante, se tali
mezzi devono essere utilizzati in modo appropriato per
favorire la salute dell'individuo. Sarà importante imparare
come si fanno normalmente determinate asana e pranayama,
come possono essere adattate per soddisfare esigenze diverse
e come pianificare e costruire una pratica di asana e
pranayama personalizzata. È evidente che per fare tutto
questo è necessario l'aiuto di una guida esperta, un
insegnante serio e preparato che possa indicarci la via da percorrere tenendo conto del contesto e delle
esigenze personali.
Di volta in volta, l'insegnante competente deciderà se usare
asana e pranayama o utilizzare anche gli altri mezzi messi a
disposizione dallo yoga: atteggiamenti nelle relazioni con
gli altri, disciplina personale, consigli sull'alimentazione,
pratiche di meditazione e altri numerosi strumenti.
Ogni individuo con le sue caratteristiche, le sue
particolarità, è unico. Ogni individuo con le sue
singolarità ha tutte le ragioni per essere quello che è. E
il punto di partenza di un insegnante di yoga è proprio
l'accettazione della situazione dell'individuo.
Sri Krishnamacharya è il Maestro che
più ha
applicato il concetto di viniyoga, infatti era solito affermare che
"non sono le persone che si
devono adattare allo yoga, ma lo yoga alle persone".
La disciplina dell'Ashtanga Yoga, la cui nascita si perde
nella notte dei tempi, è stata pensata per la gente di
quella lontana epoca, in quelle determinate condizioni
geografiche, culturali e fisiche.
Secondo il Maestro è impensabile non dover adattare gli
asana ai nostri tempi e ritmi di vita, alle nostre capacità
fisiche e mentali, e soprattutto alla cultura degli
occidentali. Se è vero che ogni sequenza di asana deve
comportare attenzione ma non sforzo nè tantomeno disagio, è
inconcepibile far praticare le stesse sequenze ad uno
sportivo ventenne e ad una casalinga sessantenne.
Il fatto che Krishnamacharya abbia preso così in considerazione il
concetto di viniyoga facendone una peculiarità del
suo insegnamento, dimostra che l'Ashtanga Vinyasa Yoga è
un metodo di yoga accessibile e adatto a tutti, nonchè una scuola assolutamente conforme
agli obbiettivi metodologici illustrati dal grande saggio Patanjali.
Chiunque può praticare. Un giovane uomo può praticare. Il vecchio può praticare. Se è molto vecchio può praticare. L'uomo che è malato, può praticare. L'uomo che non ha la forza può praticare. Tranne i più pigri, le persone pigre non possono praticare ashtanga yoga.
Pattabhi Jois